“Il Rinascimento non è un’epoca, ma un temperamento.“Castello Sforzesco torre del Filarete

Il ‘400 fu senza dubbio un secolo d’oro per la città. Broccati, velluti e tessuti dorati, cavalieri con armature scintillanti, dame eleganti bardate di pelliccia, cavalli dalle lucenti criniere ornavano quella che era una delle corti più sfarzose dell’Europa del tempo. E Milano e la Lombardia di quell’epoca furono un polo d’italia dove l’arte, la scultura e l’architettura toccarono i massimi vertici.  in Europa l’espressione ouvrage de Lombardie era sinonimo di pregiata fattura, gusto cortese e raffinato. Milano e il rinascimento sono indissolubilmente legati tra loro: abbandonato il precario e instabile Medioevo, Milano e il rinascimento si proiettano nella luce e nella magnificenza dell’esplorazione. Come se già la città stesse facendo le prove generali di quando, secoli dopo, sarebbe stata definita la città della Moda. Una fucina in continuo movimento:

Due sono le grandi dinastie che hanno indissolubilmente legato il proprio nome e la propria gloria al legame tra Milano e il rinascimento: I Visconti e gli Sforza. 

Queste due dinastie portarono lustro e sfarzo alla città, chiamando anche a corte gli artisti più rinomati del loro tempo. E’ proprio sotto il dominio dei Visconti che, nel 1395, Milano viene elevata alla dignità ducale e, con questo titolo magnifico, si appresta ad abbandonare il medioevo per entrare nella luce calda e ispiratrice del Rinascimento. Bianca Maria ViscontiAnche il passaggio tra le due casate fu dolce, allo stesso modo di Milano e il rinascimento, come poche volte nella storia; Alla morte del duca Filippo Maria, nel 1447, la linea maschile si era estinta e il titolo ducale passò a Francesco Sforza che ne aveva sposato la figlia, Bianca Maria Visconti.  sotto il governo di Francesco, per Milano iniziò un lungo periodo di prosperità e stabilità, specialmente per quanto riguardava la coltivazione della seta. il duca e la duchessa vollero testimoniare la loro soddisfazione per questi raggiungimenti, donando alla città monumenti di grande importanza; Non per ultimi i lavori di ingrandimenti del castello Sforzesco, sede ufficiale della corte, oltre all’ospedale maggiore.

 

“Non il frutto dell’esperienza, ma l’esperienza stessa, è il fine.”

Milano era ormai una delle più belle capitali del tempo; i sobborghi cittadini si erano talmente ingranditi da richiedere la costruzione di nuove mura. Le sue chiese – che erano più di 250 mentre oggi ne rimangono solo 72 – erano tra le più belle d’Europa. Ludovico il Moro, con la sua ambizione, chiamò ad abbellirla artisti del calibro di Leonardo da Vinci e Donato Bramante, che diedero allo stile lombardo del primo rinascimento, con le sue loggette, portici e lesene finemente scolpite una fioritura che ebbe pochi eguali.ludovico il moro

Immaginiamo il Bramante, chino sulle carte con le maniche annerite dal colore, mentre traccia i primi segni della nuova tribuna di Santa Maria delle Grazie; mentre attraversa il portone dai marmi lucenti, sui cui piedistalli poggiano le colonne di marmo bianco; mentre osserva e studia la nuova fisionomia richiesta dal suo mecenate. Ma Bramante fu anche pittore, quindi seguilo nel suo studio, tra le sue pennellesse e pennelli, tra le tavolozze e i colori…

Magari, mentre il tram scorre sulle rotaie, potremo intravedere Leonardo che, attratto da quanto la città gli poteva offrire, presenta la sua celebre lettera autoreferenziale al Moro, oppure intento a dipingere la tavola centrale della Venere delle rocce.

“La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca.”

Diceva il maestro Leonardo, e gli Sforza da sempre affascinati dalle chimere, vollero dare voce alla pittura e vista alla poesia. Inseguire le illusioni è spesso pericoloso, perché non vi è felicità nelle chimere ma senza queste visioni nessuno avrebbe detto “ De Milan ghe n’è doma vun”

E cosi di Milano ce n’è una sola divenne uno dei moti non solo dei Milanesi, ma anche dei forestieri che, per la prima volta mettevano piede nella città dei campanili.

In questo tour vedremo i punti simbolo di quel periodo di fasto e grandezza, di grandi cambiamenti e di luci e di ombre: piazza del Duomo, Santa Maria delle Grazie con i suoi chiostri e moltissimo altro ancora.

Tutto questo mentre il tram scivola dolcemente sulle rotaie e tu comodamente seduto gusti una buona colazione, in un atmosfera che noi creeremo per te.

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