Di origine Paleocristiana, San Maurizio al Monastero Maggiore, è una delle chiese più note e belle di tutta la Lombardia. Ristrutturata nel 1500, la chiesa, grazie ai suoi affreschi, di scuola leonardesca, è chiamata “la Cappella Sistina” di Milano. Sorge sulle antiche rovine romane, proprio di fronte al grandioso complesso di Palazzo Litta, in Corso Magenta.

Il suo interno, caratterizzato da una sola navata, è interamente affrescato con una serie infinita di opere che ne fanno un gioiello unico nel suo genere. Affreschi realizzati nel corso del Cinquecento: notevoli sono gli influssi, oltre che della scuola lombarda, di quella forlivese.

La navata a volta e bipartita in due spazi da un tramezzo che separa lo spazio delle monache, che assistevano alla messa da una grata, da quello dei fedeli. In entrambe le aule la navata è coronata da cappellette coperte da volta a botte, sormontate da una loggia a serliana.

Descrivere, anche solo in linea generale i capolavori presenti al suo interno, richiederebbe moltissimo tempo e moltissima attenzione. Poiché nulla sarebbe trascurabile. Ciò che di certo possiamo affermare è che vedere i cicli di affreschi è un’esperienza che dovrebbe essere obbligatoria per ogni milanese che si rispetti. 

Quello che di cui vogliamo parlare, invece, è una piccola curiosità. Con tutta probabilità poco nota ai più, tanto si rimane travolti delle bellezze del suo interno. 

Volevamo parlavi dei due unicorni che, con un po’ di attenzione, potreste scorgere. L’unicorno, si sa, è un animale fantastico che, da secoli, affascina l’essere umano. Quelle promesse di fortuna, di meraviglia che da sempre accompagnano la sua comparsa, ha stregato l’immaginario di generazioni di uomini. 

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Ma pur sempre un essere fantastico rimane che, con una chiesa è i suoi sontuosi affreschi avrebbe poco o nulla a che spartire.

Ma ecco che, nell’affresco di Aurelio Luini, Storie dell’arca di Noe, accanto a coppie di tutte le specie animali che prendono posto sull’arca prima del diluvio, è possibile intravedere anche una coppia di splendidi e magnifici unicorni.

L’affresco, sebbene appaia totalmente concentrato sulla salita a bordo delle varie coppie di animale, non trascura appunto quello che il “Diluvio” rappresenta. Infatti Luini non si dimentica di rappresentare anche chi, punito per aver abbandonato la retta via, annega o chi, suo malgrado è già annegato.

Che dunque, gli unicorni, non volessero rappresentare una “promessa”per un futuro migliore ?

 

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